Dalle persecuzioni alla libertà
Con Pietro e Paolo, abbiamo visto che il Cristianesimo era giunto a Roma. La nuova religione, prima di conquistare la libertà di culto, ha subito crudeli persecuzioni.
I Romani erano preoccupati del successo della predicazione degli Apostoli che faceva aumentare il numero di chi chiedeva il battesimo. Per loro il Cristianesimo era una dottrina che poteva minare la stabilità sociale e politica dell’impero.
Di seguito vediamo le caratteristiche della religione e della società romana:
una religione politeista e tutti i sudditi erano tenuti a fare i sacrifici per il culto all’Imperatore che era considerato come un Dio in terra. La Società romana era suddivisa in classi sociali con profonde disuguaglianze sociali (patrizi/plebei).
Differentemente, i cristiani adoravano un solo Dio e non era ammesso alcun sacrificio. Credevano in Gesù e nell’unione e comunione fraterna, quindi nell’uguaglianza sociale e nel rifiuto della violenza. Facevano memoria del sacrificio di Gesù nella cena del Signore.
La comunità cristiana dunque si basava su valori completamente diversi da quelli della società romana.
Potremmo riassumere tutto nello schema che inseriamo di seguito.
I motivi delle persecuzioni erano sia politici sia religiosi.
I Romani pretendevano il culto dell’Imperatore e i sacrifici agli dèi, i cristiani si rifiutavano di farlo. I cristiani erano considerati ribelli e nemici dell’Impero perché predicavano l’uguaglianza e la pace tra gli uomini.
I sudditi dell’impero dovevano prestare il servizio militare, mentre i cristiani predicavano l’amore fraterno e si rifiutavano di fare parte dell’esercito; infine i cristiani non partecipavano agli spettacoli nelle Arene.
Il Cristianesimo professava valori completamente nuovi e rivoluzionari.
Le persecuzioni si sono registrate in tre diversi periodi: sotto Nerone, Traiano e Decio-Valeriano-Diocleziano. Nonostante queste, la diffusione del Cristianesimo non si arrestò.
Le persecuzioni non sono un argomento del passato, ma è una triste realtà dei nostri giorni. Papa Francesco ha dichiarato che ci sono più martiri oggi che nei primi tempi della Chiesa.
Facciamo realizzare questo schema riepilogativo:
La libertà
Quando viene proclamato imperatore Costantino (312), il Cristianesimo è ormai diffuso in tutti gli strati della popolazione, dai plebei fino ai ceti più elevati.
Il nuovo imperatore dà vita a una vera e propria rivoluzione; infatti nel 313 d.C., con il “Rescritto di Milano”, Costantino riconosce al Cristianesimo la stessa dignità e gli stessi diritti delle altre religioni dell’Impero.
La libertà della Chiesa ha influssi importanti anche sull’architettura: Costantino dona al Papa il palazzo Laterano iniziando la costruzione della grande Basilica Lateranense e, qualche anno più tardi, a quella della Basilica di San Pietro.
Costantino nel 325 convocò un Concilio a Nicea, vicino Costantinopoli, durante il quale si arrivò ad una dichiarazione di fede, il Credo. A Costantino non interessava l’aspetto della fede, ma voleva una religione unita per salvaguardare l’unità dell’impero.
Alla sua morte, avvenuta nel giorno di Pentecoste del 337 d.C., il Cristianesimo ha ormai esteso la propria influenza su tutti gli aspetti della vita dell’Impero e si sta diffondendo anche tra i popoli barbari.
Nel 379 Teodosio diventa Augusto d’oriente e, nel febbraio del 380 d.C., mette definitivamente al bando ogni forma di paganesimo e impone la religione cristiana a tutti gli abitanti dell’Impero.
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