Gli adolescenti e la fede: che rapporto complesso! Parte 2
Abbiamo già introdotto nella precedente lezione il concetto di adolescenza, ovvero il periodo dei grandi cambiamenti e delle grandi domande, anche legate alla fede.
L’adolescenza, molte volte, viene rappresentata con l’immagine del terremoto, in quanto l’adolescente butta giù tutto quello che appartiene al mondo dell’infanzia e inizia a costruire il suo mondo, quello che lo rappresenta.
Cambiano i rapporti con i genitori, con i professori, nascono i primi amori, cambiano le amicizie e anche il rapporto con la fede.
Per introdurre la riflessione vediamo il video di don Alberto Ravagnani qui si spiega che la fede non è un’idea, ma un varco da attraversare per conoscere cosa c’è dietro la porta.
Nel periodo dell’adolescenza, i ragazzi spesso amano dire “sono grande e non ho più bisogno di Dio” così abbandonano la fede perché la considerano:
- un peso
- una cosa da bambini e/o da vecchi
- un’illusione per i deboli
Volendo, il docente può anche fare un giro veloce tra i presenti per chiedere come loro considerano la fede.
Gli adolescenti vogliono uscire da quella che è la religione della loro infanzia e vogliono scrollarsi di dosso tutto ciò che appartiene al loro passato e che ritengono essere superfluo, in quanto sono alla ricerca della propria identità.
Il docente per interagire con la classe può sottoporre queste domande:
Negli adolescenti c’è bisogno di un cambio di prospettiva per essere liberi e comprendere che cosa realmente significhi fede. Parlare del vero significato della fede risulta essere difficile perché sembrerebbe un insieme di concetti complessi.
La fede
Nel definire la fede è utile usare l’immagine della scatola chiusa in quanto significa accettare delle cose anche se non si comprendono a pieno o se non le si riescono a spiegare.
La fede è fiducia e affidabilità: significa fidarsi e affidarsi.
Questi due poli sono la base di tutte le esperienze di vita quotidiana.
Molte volte la fede suscita delle domande, dei dubbi che rappresentano la questione centrale, in quanto una fede senza domande, senza dubbi perde la ragionevolezza e diventa fideismo, dove si accetta tutto ad occhi chiusi.
Essa può essere descritta anche come la risposta libera che l’uomo dà alla chiamata di Dio. Per questo potrebbe essere utilizzata l’immagine della “creazione” di Michelangelo presente nella Cappella Sistina
Possiamo notare a sinistra la mano di Dio tesa, mentre Michelangelo ha voluto rappresentare quella di Adamo in una posizione “comoda”. Questa immagine vuole significare proprio l’atto di risposta/fede che dipende dall’uomo mentre Dio è lì nell’attesa.
La fede si può scontrare con delle difficoltà:
- il cinismo: il cinico è colui che non argomenta, ma distrugge soltanto;
- lo scetticismo: lo scettico appare triste perché ha provato a dare una risposta a quella chiamata, ma alla fine ci ha rinunciato;
- l’indifferenza: l’indifferente è colui che non si pone la questione in quanto priva di importanza.
Tre sono le risposte che si possono:
- credo
- ateismo
- agnosticismo
È importante spiegare che non parliamo di magia. Questa si colloca all’opposto, in quanto la magia si basa sulla superstizione e ha un potere seduttivo, mentre la fede è un atto di affidamento dell’uomo.
Attività finale
Il docente può affidare agli studenti un’intervista da sottoporre ai propri compagni di classe e del proprio gruppo di amicizie esterne alla scuola.
Nell’intervista dovranno chiedere:
– cosa pensa della fede e della religione
Nella lezione successiva si possono raccogliere le risposte ottenute e si analizzano i dati emersi in una conversazione guidata dal docente stesso.