L’uomo e la religiosità

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Nella lezione precedente abbiamo spiegato ai ragazzi come ogni essere umano si ponga delle domande che diventano sempre più grandi, divengono domande di senso. L’uomo da sempre inizia a chiedersi: 

Chi sono? Da dove veniamo? Dove andiamo? Qual è lo scopo della vita? Cosa c’è dopo la morte? 

Insomma, anche l’uomo primitivo si è posto quegli interrogativi fondamentali che ognuno, ancora oggi, prima o poi, si pone nella propria vita. 

Queste domande manifestano un bisogno innato dell’essere umano di trovare un senso alla propria esistenza. 

L’uomo primitivo, però, si pone domande di senso più semplici, legate alle scoperte quotidiane che faceva nella sua vita. Per comprendere i fenomeni che vive, cerca delle risposte.

Lui non aveva a disposizione i mezzi, lo sviluppo tecnologico e la scienza che abbiamo oggi, quindi inizia a dare delle risposte che sono molto elementari.

L’uomo antico elabora dei racconti che possono oggi far sorridere, ma sono dei racconti di fantasia che esprimono il sentimento religioso di quei popoli. I miti nascono prima in forma orale e successivamente vengono messi per iscritto.

Ricordiamo ai ragazzi che i miti li hanno studiati con i colleghi di Italiano.

Nella Bibbia sono presenti diversi miti, ripresi da racconti mitologici già esistenti, ma riletti alla luce della fede del Dio di Abramo.

Non solo nella Bibbia, ma tutte le culture hanno elaborato dei miti, nel filmato è narrato il mito cinese di Pangu. Il ricorso al soprannaturale è evidente. La divinità è fortemente umanizzata, possiede sembianze e caratteristiche umane, cioè la divinità è antropomorfa.

Spieghiamo ai ragazzi che, oltre ai miti, altre risposte l’uomo si è dato alle domande di senso che si poneva. Queste sono ravvisabili nelle pitture rupestri, nelle sepolture e nelle sculture che fin dal Paleolitico l’uomo ha realizzato. Con l’aiuto di alcune immagini mostriamo come quelle testimonianze rappresentino come la religione sia connaturale all’uomo da sempre. La religione nasce per dare risposte alle domande di senso che l’uomo si poneva e si pone ancora oggi.

È nel Paleolitico che troviamo le prime testimonianze che ci parlano della religiosità dell’uomo primitivo. Risale proprio a questo periodo la scoperta delle prime sepolture.

L’attenzione per i defunti, ci induce a ritenere che l’uomo primitivo credesse all’esistenza di una vita dopo la morte. Il culto dei morti, infatti, prevedeva la preparazione di corredi funebri da mettere vicino il defunto come lame di selce, copricapi di conchiglie, collane di denti di cervo ed altri oggetti che dimostrano la credenza dell’uomo primitivo in un’anima che continuava a vivere anche dopo la morte del corpo.

Oltre alle sepolture, altri ritrovamenti testimoniano le tracce di una religiosità primitiva e confermano la pratica di riti. Ad esempio, l’uomo primitivo credeva che raffigurare una certa situazione mediante un disegno potesse modificare in proprio favore quella realtà. Per questo le pitture rupestri presenti sulle pareti delle caverne rappresentavano un modo per esorcizzare la paura e compiere atti rituali per ottenere una buona caccia.

Anche alcune sculture e le strutture megalitiche rimandano alla religiosità dell’uomo primitivo. Il culto principale era verso la Dea Madre, dea della fecondità, alla quale era riconosciuta il potere di aumentare la fertilità.

Legate alle pratiche cultuali sono le grandi strutture megalitiche come dolmen, menhir e cromlech.

Tra il Paleolitico e il Neolitico si registra un passaggio nell’evoluzione della religione: s’iniziano ad offrire sacrifici con vittime di natura animale e offerte che consistono nelle primizie.

Al termine del filmato possiamo far realizzare lo schema seguente

Alla fine possiamo proporre ai ragazzi di giocare al Kahoot!

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3 Commenti

  1. Salve, volevo farvi i complimenti per i vostri blog, ma non capisco come mai non si vedono le immagini, è un problema mio?
    Grazie

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