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Don Milani, I care

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Nella storia italiana del XX secolo, pochi nomi risplendono con la stessa intensità di Don Lorenzo Milani. Nato nel 1923 a Firenze, incarnò l’essenza stessa dell’impegno sociale e dell’educazione come strumento di trasformazione. Dedichiamo le ultime lezioni di questo anno scolastico, alla visione del film Don Milani – Il priore di Barbiana, una serie televisiva con Sergio Castellitto.

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A Barbiana

La vita di Don Milani è stata un ininterrotto atto di coraggio e dedizione alla causa dei più deboli. Ordinato sacerdote nel 1947, presto è stato costretto ad abbandonare le comodità della città per stabilirsi nella piccola comunità contadina di Barbiana, sulle colline toscane. Qui, tra la povertà e l’isolamento, Don Milani avviò una scuola per i ragazzi del luogo, dove insegnava non solo materie accademiche, ma soprattutto valori di giustizia, uguaglianza e dignità umana.

La strenua lotta contro le ingiustizie sociali e l’oppressione culturale hanno caratterizzato l’esperienza a Barbiana. Don Milani si oppose fermamente alla discriminazione e all’ineguaglianza, denunciando senza paura le disparità di classe e il sistema educativo elitario che perpetuava tali divisioni. “Lettera a una Professoressa”, è un grido contro un sistema che relegava i figli dei contadini e dei lavoratori a un destino di ignoranza e sottosviluppo.

Ma Don Milani non si limitò alla critica: agì concretamente per cambiare le cose. Barbiana divenne un faro di speranza per i giovani emarginati, offrendo loro non solo istruzione, ma anche fiducia in se stessi e nelle proprie capacità. Egli insegnò loro a lottare per i propri diritti e a non accettare passivamente un destino di miseria e marginalizzazione.

Barbiana ha inizio come una punizione, ma si trasforma rapidamente in una vittoria: la sua vittoria e quella di tutti quei ragazzi che, con entusiasmo, amore e dedizione, scelgono di seguirlo lungo quel percorso impegnativo, ma riconoscono il valore e l’importanza di ciò che vi è incluso.

I care

L’approccio pedagogico di Don Milani è stato sintetizzato dalla frase “I care”, sottolineando l’importanza della responsabilità personale e dell’empatia verso le lotte degli altri. I suoi metodi hanno ispirato riforme educative e movimenti non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Il suo lascito è una testimonianza del potere dell’istruzione come strumento per il cambiamento sociale e dell’importanza di prendersi cura gli uni degli altri nella ricerca di una società più equa.

I care: non un modello, piuttosto un messaggio, che risalta su una parete della scuola di Barbiana, «il motto della migliore gioventù americana, significa “Mi sta a cuore ed è l’esatto contrario del motto fascista “Me ne frego”», che si contrappone nettamente non solo, come afferma don Milani, all’atteggiamento fascista dell’indifferenza, ma anche all’idea di cristianità che proclama senza mettere in pratica, che mostra amore solo a parole e poi respinge coloro che sono più bisognosi.

Milani

La sua opera ha suscitato dibattiti e polemiche ma ha anche ispirato numerosi altri educatori e attivisti a seguire le sue orme. Don Milani morì nel 1967, a soli 44 anni, il suo spirito rimane vivo per chi continua a lottare per un mondo più giusto.

Oggi, l’eredità di Don Lorenzo Milani ci ricorda che l’educazione è un’arma potente per la trasformazione sociale. Costruire un futuro migliore per tutti mediante lo studio. Il suo impegno invita a riflettere sulle sfide ancora aperte nella società odierna e impegna nel progetto di giustizia e solidarietà.

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