La Sindone
Nelle due lezioni precedenti abbiamo raccontato la passione, morte e risurrezione di Gesù seguendo il ciclo degli affreschi della Cappella degli Scrovegni di Giotto.
La Sindone (dal greco “sindon”, “lenzuolo”) è un lenzuolo di lino tessuto a spina di pesce in cui, secondo la tradizione, è stato avvolto il corpo di Cristo dopo la deposizione dalla croce. È lunga m. 4,36 e larga m. 1,10. Sono visibili, due linee scure e i triangoli bianchi (segni di bruciature dell’incendio del 1532), le impronte di un’immagine (frontale e dorsale) di un uomo morto per crocifissione. È il lenzuolo più studiato e analizzato nella storia dell’umanità.

I risultati di queste analisi hanno portato a risposte che non hanno dissolto i dubbi. Lo studio che ha fornito il risultato più clamoroso si è tenuto nel 1988 quando è stata effettuata, su un frammento della Sindone, la datazione col metodo del Carbonio 14: i risultati assegnarono al tessuto una data tra il 1260 e il 1390 d.C. Oggi questo risultato è messo in discussione, anche perché l’incendio subito dalla Sindone avrebbe alterato i risultati.
La Sindone nei Vangeli
La Sindone è venerata dalla Chiesa come l’unico elemento tangibile della risurrezione di Cristo, innanzitutto vediamo se i Vangeli ci parlano della sindone.
Matteo ci racconta che Giuseppe d’Arimatea prese il corpo di Gesù, una volta calato dalla croce, e lo avvolse “in un candido lenzuolo” e lo depose in una tomba nuova (Matteo 27,59).·
Marco ci dice che Giuseppe d’Arimatea, comprato il lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro (Marco 15, 46).·
Luca ci dice che Giuseppe d’Arimatea calò il corpo di Gesù dalla croce. Lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia (Luca 23, 53).·
Giovanni scrive che Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo si occupano della sepoltura: presero il corpo di Gesù e lo avvolsero in bende (Giovanni 19, 40).
Tutti i Vangeli fanno riferimento al telo che avrebbe avvolto il corpo morto di Gesù. Gli Apostoli insieme alle donne devono aver conservato con cura la Sindone. Probabilmente la portarono con loro anche nelle loro missioni, così la Sindone è arrivata da Gerusalemme a Torino dove è attualmente custodita.
Come si è formata l’immagine?
La scienza non ha ancora fornito spiegazioni plausibili. L’ipotesi più attendibile è per “irraggiamento” con luce laser ultravioletti, ovvero per formarsi quell’immagine sul lenzuolo ci deve essere stata un’esposizione della sindone a un’irradiazione molto intensa e per un brevissimo tempo. Di sicuro, l‘immagine non è un dipinto, come qualcuno ha voluto far credere, e di sicuro è stata lasciata dal cadavere di un uomo flagellato e crocifisso; infatti quelle tracce sono sangue umano appartenente al gruppo sanguigno AB.
Sulla Sindone sono stati inoltre ritrovati pollini di fiori, alcuni dei quali presenti solo a Gerusalemme. Sono state trovate impronte di monete nelle zone degli occhi dell’Uomo della Sindone, sono monete risalenti ai tempi dell’imperatore Tiberio (14-37 d.C.) coniate sotto Ponzio Pilato tra il 29 ed il 32 d.C.
Il volto presenta due particolarità: l’ematoma sulla guancia destra effetto di un colpo violento ricevuto; l’impronta di un rivoletto a forma di 3 rovesciato che corrisponde con la vena frontale lesa da una spina. Tutta la fronte ed il capo dell’uomo della Sindone sono segnati da colature sanguigne provocate da spine. La presenza di punture su tutto il capo fa pensare ad alcuni rami secchi legati sul capo e spinti con la forza.

L’immagine di destra è una ricostruzione del volto e delle ferite dell’uomo della sindone.
Le ferite dell’uomo della Sindone
Il corpo dell’Uomo della Sindone ha segni di una flagellazione avvenuta con il “flagrum” romano composto da 2 strisce di cuoio con piccoli manubri di metallo o con ossi. La ferita delle mani non è nel palmo, ma nel polso per sostenere il peso del corpo crocifisso. Il piede sinistro è un poco sollevato e leggermente piegato al ginocchio conservando la posizione che aveva sulla croce. Quindi i chiodi usati per la crocifissione non erano 4, ma 3: due per le mani ed uno per i piedi sovrapposti. L’uomo della Sindone ha una vistosa ferita al costato (un colpo di lancia) con vistosa colatura di sangue e siero, Giovanni nel suo Vangelo a proposito del colpo di lancia afferma che dal costato di Gesù uscì “sangue ed acqua” (Gv 19’34”). La separazione del sangue dal siero fa dedurre che l’uomo della Sindone è morto probabilmente per cedimento del cuore (infarto).
L’uomo che è stato deposto nella Sindone vi è rimasto per circa 36 ore durante le quali non ebbe inizio la putrefazione, Questi era alto circa m. 1,78 ed il suo peso sui 79 kg circa.

Tutti i risultati ottenuti dalle ricerche, svolte con rigore scientifico, alla luce dei Vangeli, inducono a pensare che l’uomo della sindone sia davvero Gesù. Ad oggi, la scienza non è riuscita ad arrivare ad una risposta univoca.
Se avanza del tempo possiamo mostrare questo filmato.
Attività
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Per l’immagine in evidenza: “Impronte” di Antonella Catini. Si ringrazia l’artista per la gentile concessione dell’utilizzo dell’opera.