La famiglia umana, tra crisi ambientale ed ecologia integrale

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Terminato il discorso sulla mafia, nella lezione di questa settimana abbiamo deciso di affrontare insieme temi all’apparenza distanti. Tratteremo la relazione tra uomo e donna, l’incontro con l’altro e la cultura dello scarto legata al tema dell’ecologia.

Per presentare questo discorso, inizieremo mostrando questo breve filmato che abbiamo preparato.

Riproponiamo quanto già detto nel filmato, ma con delle riflessioni ulteriori.

L’uomo e la donna: una relazione alla pari

Il racconto della creazione dell’uomo e della donna è narrato nel primo libro della Bibbia, quello della Genesi, in ebraico Bereshit, che significa “in principio”. 

Qui troviamo 2 diversi racconti della Creazione, ricordiamo che ci troviamo di fronte a racconti mitici. 
Nel primo racconto, l’uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio che li crea maschio e femmina.
Nel secondo, Dio si accorge che Adamo, che è stato plasmato dalla terra, non può essere felice da solo, per questo crea ogni essere vivente a cui Adamo dà il nome, dimostrando così di dominare la natura, ma l’uomo non trova tra gli animali del Paradiso qualcuno che gli sia di fronte, dunque gli animali non possono bastare, all’uomo manca la relazione alla pari.

Adamo dall’ebraico adamà, terra. Ish significa uomo. Eva, ovvero ishà, donna, perché è stata tratta da ish.

Anche i termini ebraici maschio e femmina ci danno l’idea del concetto di relazione uomo donna presente nella Creazione, l’uno è complementare all’altra; perciò Adamo si sentiva solo nell’Eden e con Eva non lo è più.

Solo Eva riesce a completare Adamo, è il suo sostegno, è lei che gli sta davanti ed è con lei che può avere una relazione di parità.

Nel giardino dell’Eden, l’uomo non riesce a vivere né da solo né con gli animali; così Dio crea la donna, nella quale l’uomo trova la sua realizzazione, perché ha la sua stessa natura e dignità, è simile a lui ma, allo stesso tempo, è diversa da lui. Per lo stesso motivo, anche la donna trova la sua realizzazione nell’uomo.

Sebbene nel mondo semitico la donna fosse socialmente e culturalmente in una condizione di severa sottomissione all’uomo, nella Genesi, lo scrittore sacro parla di relazione, parla di una parità tra i sessi; infatti l’uomo dice: è carne della mia carne, osso delle mie ossa. Così parla di complementarietà.
Questa comunione tra l’uomo e la donna è presentata come la forma più intima e completa di relazione tra due esseri umani, ma ci fa capire anche il valore di ogni altra relazione umana basata sulla fratellanza e sull’aiuto reciproco.

Incontro all’altro

L’essere umano allora è per sua natura un essere aperto all’altro, alla relazione. La sua realizzazione dipende proprio dal tipo di relazione che stabilisce con Dio, con gli altri, con sé stesso e con il mondo.

La relazione è il punto di partenza del dialogo che si instaura tra l’io e il tu. Nel dialogo diventa fondamentale la reciprocità, la capacità di uscire dall’io per andare verso il tu, ovvero verso l’altro. Questo è il percorso che compie ciascuna persona che vuole realizzare la sua vera umanità.

L’incontro con l’altro avviene pienamente nel dono reciproco e nell’accettazione della diversità dell’altro.

La cultura dell’incontro richiede un impegno che deve portare alla rinuncia della cultura dello scarto.

La cultura dello scarto

Cos’è la cultura dello scarto? Papa Francesco ne parla nell’enciclica Laudato si’ ed estende la logica dell’usa e getta che sfrutta in maniera sconsiderata le risorse del creato, che genera un’infinità di rifiuti difficili da smaltire, anche alle relazioni interpersonali.

Viviamo in una società in cui domina la cultura dello scarto e questa coinvolge non soltanto ecologia e ambiente, ma anche l’ambito delle relazioni umane in cui sembrano farsi sempre più spazio l’utilitarismo e l’opportunismo.

Secondo Papa Francesco una politica caratterizzata dall’egoismo e dal consumismo sta provocando un pericoloso cambiamento degli stili di vita.

Le logiche di dominio portano a distruggere la natura, a compromettere l’ecologia e a compiere, conseguentemente, abusi sulle persone e sui più deboli.

Per esempio, sto insieme a te fino a quando mi servi. Il migrante che arriva da lontano, secondo questa logica, come viene visto? È solo uno che viene a togliermi il lavoro e a disturbare la mia vita oppure è qualcuno da supportare e aiutare affinché realizzi i suoi sogni, la sua dignità di persona e sviluppi a pieno le sue potenzialità?

Tutto questo inevitabilmente arriva a coinvolgere anche le relazioni tra gli Stati. Se i valori che caratterizzano l’etica cristiana li intendiamo imposti dall’autorità religiosa e separati dall’etica laica, perdiamo di vista la legge morale naturale che ogni essere umano dovrebbe seguire per la piena realizzazione di sé.

La crisi

La negazione delle radici culturali cristiane da parte delle democrazie europee ha avuto come conseguenza di medio – lungo termine la crisi morale dell’Europa che si vuole unita nelle istituzioni politiche ed economico – monetare, dimenticando che il vero collante tra i popoli risiede in ben altro: cultura, che non è solo quella razionalistica, religione, storia, …

Chi detiene il potere economico e può sfruttare le competenze tecniche e la conoscenza può arrivare ad esercitare un dominio impressionante sul genere umano e sul mondo intero. Queste logiche di dominio portano a distruggere la natura e a compiere abusi sulle persone e i più deboli: sfruttamento dei bambini, abbandono degli anziani, riduzione in schiavitù, pratica della tratta di esseri umani, commercio di pelli di animali in via di estinzione e di diamanti, guerre, …

Dovremmo chiederci se non è proprio l’Europa cristiana a sostenere ancora i diritti inviolabili dell’uomo e di conseguenza ad accogliere con umanità i profughi di tante guerre, a rispettare i diritti di tutti, siano essi credenti cristiani e non cristiani o non credenti.

Se il criterio dell’utilità non verrà arginato e dilagherà fino a permeare di sé la cultura dominante, se non si conterrà la cultura dello scarto e dello spreco, sarà sempre più difficile continuare a parlare di “civiltà”.

Per arginare la cultura dello scarto, è necessario creare le condizioni per cui le persone possano conoscersi e accogliersi reciprocamente, ognuna con le proprie diversità culturali e religiose, perché tutti possano sentirsi parte della famiglia umana.

Non esistono due crisi separate, ma un’unica crisi socio-ambientale; se tutto è in relazione, anche lo stato di salute delle istituzioni di una società ha delle conseguenze per l’ambiente e per la qualità della vita umana: non si possono analizzare i problemi ambientali senza esaminare la rete dei contesti e delle relazioni sociali.

L’ecologia integrale

L’ecologia integrale auspicata da Francesco è in grado di tenere insieme la cura della casa comune e il concetto di bene comune.

È indispensabile compiere un cammino educativo capace di incidere su gesti e abitudini quotidiane (riduzione del consumo di acqua, raccolta differenziata dei rifiuti, spegnere le luci inutili, …) che porti l’uomo a rivedere il proprio agire per un ritorno alla cura del creato.

Quel creato in cui da sempre siamo immersi e che è ancora capace di evocare in noi emozioni e ricordi.

Bene esprime tutto ciò Irama, con la sua “Ovunque sarai”, quando ricorre agli elementi della natura: acqua, terra, fuoco, aria, per riconnettersi emotivamente alla persona cara ricordata e ancora presente nel cuore e nella mente.

Conclusioni

Uomo e natura da sempre un’unione ancestrale. Questo dominio è concesso da Dio all’uomo che dà il nome ad ogni cosa. L’uomo, attraverso uno sfruttamento incondizionato, si approfitta di tutto annullando la bellezza di questa relazione profonda e antichissima.

Lasciamo ai ragazzi la parola per commentare e condividere il loro pensiero a riguardo.

A tal riguardo inseriamo delle domande che possono condurre la conversazione:

Pensi di essere aperto all’altro? Se si, per te cosa significa concretamente essere aperto all’altro?

Se no, cosa ti preoccupa/spaventa dell’altro?

Pensi che davvero gli esseri umani trovino la loro piena realizzazione nella relazione reciproca? Perché?

Quando ti trovi a contatto con la natura, vivi anche tu, come Irama, ricordi e profonde emozioni?

Quali? (Se vuoi condividerli)

Senti di far parte di un “tutto” in cui sei immerso insieme all’umanità intera e che è importante custodire? Perché?

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