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I primi simboli

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In questa lezione tratteremo l’arte paleocristiana parlando delle Catacombe. L’uso di seppellire i defunti in ambienti sotterranei era già noto, il cristianesimo usa il termine cimitero, dormitorio, per designare questi monumenti, evidenziando in quel modo come per i cristiani la sepoltura sia un momento transitorio, in attesa della resurrezione finale. In questi luoghi i primi cristiani hanno veicolato la loro fede attraverso alcuni simboli che testimoniano una fede salda.

I cristiani, fin dal II secolo, costruirono dei cimiteri, luogo del sonno, dove seppellivano i defunti in gallerie sotterranee, dove avrebbero riposato in pace in attesa della risurrezione.

Proprio per questo le catacombe sono i luoghi che accolsero la speranza dei primi cristiani nel compimento della promessa di Cristo: la certezza della risurrezione del corpo come quella avvenuta a Gesù.

Prima di parlare delle catacombe e dell’arte paleocristiana, ci chiediamo cosa succede dopo la morte.

La morte pone fine all’esistenza terrena e, secondo il Catechismo della Chiesa cattolica, mentre il corpo va incontro alla corruzione, l’anima, immortale, va incontro al giudizio divino, più precisamente al “giudizio particolare”, una sorta di retribuzione immediata per la fede e le opere.

L’effetto sarà l’ingresso, diretto o dopo un periodo di purificazione, in paradiso, luogo della beatitudine eterna, oppure, in inferno, luogo della dannazione.

Al paradiso, dopo il giudizio particolare, si accede attraverso il Purgatorio, luogo di purificazione per l’anima che dovrà stare al cospetto di Dio. Il tempo di permanenza in purgatorio può essere accelerato sulla terra mediante preghiere, messe di suffragio, opere di carità e acquisto delle indulgenze.  

Successivamente ci sarà il “giudizio finale”, che avverrà alla fine del mondo, quando avverrà il ritorno di Gesù che, giudice dei vivi e dei morti, emetterà sui giusti e gli ingiusti la sentenza di risurrezione di vita o di condanna.

A quel punto, il corpo risuscitato si unirà all’anima che aveva avuto la retribuzione nel giudizio particolare, per un’eternità di vita o di condanna.

Le catacombe

Gli etruschi, i giudei e i romani seppellivano i defunti in ambienti sotterranei. 

Con i cristiani nascono i cimiteri, che vuol dire “luogo del sonno”. Questo nome ricorda che per i cristiani il defunto riposa in attesa della sua risurrezione.

I cristiani, verso la fine del II sec. d.C, iniziano a seppellire i defunti nelle catacombe, gallerie scavate sottoterra.

Le catacombe, quindi, non erano un luogo di rifugio dalle persecuzioni, come spesso si crede perché era difficile nascondersi in luoghi così bui e privi di aria e anche perché le catacombe erano luoghi conosciuti dagli stessi romani. Esse si snodano in diverse gallerie e sale sotterranee. Queste gallerie erano scavate nel tufo o in altri terreni facilmente asportabili ma solidi. Il tufo è morbido da scavare, ma al contatto con l’aria si solidifica diventando resistente. 

Nelle pareti delle gallerie erano ricavati i “loculi” per ospitare i defunti. Questi sepolcri venivano chiusi con lastre di marmo o con mattoni. In questo modo tutti erano sepolti nello stesso modo.

Nelle catacombe vennero sepolti anche molti martiri delle persecuzioni romane. Le loro tombe divennero meta di numerosi pellegrinaggi.

Con la diffusione del cristianesimo e il moltiplicarsi delle sepolture, le catacombe vennero ampliate: i fossori allungarono le gallerie scavando in profondità.

In seguito, i cristiani iniziarono a seppellire i defunti in cimiteri annessi alle chiese e le catacombe, se ospitavano tombe di martiri, si trasformarono in luoghi di pellegrinaggio.

Nelle catacombe si viene a contatto con affascinanti tracce del Cristianesimo dei primi secoli: si possono osservare i simboli che esprimevano la fede dei primi Cristiani.

Le pitture abbelliscono le catacombe, ma illustrano e richiamano personaggi ed episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento (Noé, Abramo, Giona, i miracoli di Gesù) e importanti le rappresentazioni del Battesimo e dell’Eucaristia.

Catacombe dei santi Marcellino e Pietro

Mostriamo un filmato sulle Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro di Roma.

I simboli paleocristiani

Al termine del video potremmo illustrare alcuni dei principali simboli presenti nelle catacombe:

il PESCE è uno dei simboli più diffusi.

ΙΧΘΥΣ (“ichthys” che significa “pesce” in greco) è un acronimo formato con le iniziali della frase greca: I CH T Y S Gesù Cristo di Dio Figlio salvatore.

In alcune raffigurazioni il pesce è rappresentato con i pani, richiamo chiaramente al miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

L’ALBERO rappresenta la vita che dalla terra si sviluppa verso il cielo. Sono simboli della vita terrena che tende verso il “cielo”, la resurrezione.

Il BUON PASTORE: è un’immagine molto utilizzata, segno dell’anima portata nella pace da Cristo pastore. Divenne  l’immagine del Pastore che va in cerca della pecorella smarrita, come nella parabola per esprimere il suo amore per gli uomini. Nella figura del Buon pastore, viene rappresentato Gesù Salvatore e nella pecora si allude all’anima salvata dall’amore. Collegata all’immagine del pastore, di origine biblica, è la simbologia di Cristo come AGNELLO: Cristo è l’agnello innocente. Nell’agnello vediamo mansuetudine, mitezza, ma è richiamato anche il mistero del sacrificio offerto a Dio, cioè il sacrificio della croce.

La COLOMBA simboleggia la dolcezza, l’umiltà, la docilità, la carità, cioè le virtù che caratterizzano l’anima cristiana. In alcune occasioni porta il ramo d’ulivo rappresenta l’anima entrata nella pace di Dio.

L’ANCORA serve per l’attracco della nave, indispensabile soprattutto quando il mare è agitato: nella simbologia cristiana diviene segno della fede che dà stabilità all’esistenza umana.

Il MONOGRAMMA DI CRISTO (CHI-RO): è composto da due lettere dell’alfabeto greco, la e la P, intrecciate insieme. Sono le prime due lettere della parola greca  Xristòs, cioè Cristo.

ALFA e OMEGA, cioè la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco. Indicano Cristo principio e fine di ogni cosa, come si legge nell’Ap (22, 13).

Legata all’idea della vita eterna con risurrezione troviamo la FENICE, perché la mitologia attribuiva a questo uccello la capacità di rinascere dalle proprie ceneri e il PAVONE che ogni anno rinnova le proprie penne e quindi è simbolo di rinascita a nuova vita.

Possiamo concludere con il

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