Il messaggio di Gesù: le parabole

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Per annunciare il Vangelo e diffondere il suo messaggio, Gesù ricorreva a detti, discorsi e parabole.

Dopo il battesimo fatto da Giovanni nel fiume Giordano e lasciata Nazareth, Gesù iniziò a vivere con i dodici apostoli molti dei quali avevano smesso di essere pescatori per seguire il loro maestro. Da quel momento Gesù adottò uno stile di vita itinerante godendo dell’ospitalità delle persone che incontrava e con i quali diventava amico: per esempio, Marta, Maria e Lazzaro.

Gesù nella sua predicazione, per farsi capire da tutti, utilizzava le parabole: brevi racconti di storie tratte dalla vita quotidiana espressi con un linguaggio semplice attraverso i quali trasmetteva un messaggio più alto e profondo. Il termine parabola significa paragone.

Gesù annunciava l’avvento del Regno di Dio che è padre buono che ama tutti gli uomini. Voleva far conoscere il volto di Dio.

Le parabole sono storie brevi e inventate che parlano del mondo della Palestina di duemila anni fa. Per interpretarle, bisogna tenere conto della mentalità e della cultura di quel tempo. 

Lo scopo delle parabole è quello di far cambiare il modo di pensare Dio e d’intendere la vita, suggerendo comportamenti diversi da quelli abituali. 

Gesù insegnava come uno che ha autorità e il suo modo di essere già esprimeva autorevolezza: amorevole ma severo, esigente ma misericordioso, non giudicava, ma fermo nell’affermare sempre il suo pensiero.

Il numero delle parabole varia da 35 a 72, in base alla classificazione dei testi. Nel Vangelo di Giovanni non ci sono parabole, anche se alcuni studiosi ne riconoscono un certo numero.

Mostriamo alcune parabole tratte dai Vangeli di Matteo, Marco e Luca.

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