Adolescenti, privacy e social
Dopo aver visto il docufilm The social dilemma, concludiamo questo argomento tirando un po’ le fila di questo tema che mette insieme adolescenti, privacy e social media.
Il documentario invitava a una riflessione necessaria sui social media e su come questi influenzino le menti degli “utilizzatori” per ottenere profitti economici. Si scopre di essere costantemente monitorati da software creati da esperti di psicologia umana.
I metodi adottati dagli esperti che gestiscono i social si fondano sui principi delle neuroscienze: ogni dato generato viene analizzato e successivamente impiegato per indirizzare l’attenzione di un utente specifico verso direzioni decise dall’esperto, al fine di influenzare le sue opinioni, introdurre nuove idee e, infine, influenzare il suo pensiero.
Nel mondo online, stiamo assistendo a un sottile ma costante cambiamento interiore, che coinvolge l’identità dell’utilizzatore, i suoi pensieri e le emozioni. I programmatori adottano il principio psicologico del rinforzo positivo intermittente per creare abitudini inconsce che spingono gli utenti a continuare determinate attività. Questo approccio consente alle aziende di offrire annunci pubblicitari mirati agli interessi dell’utente, identificati attraverso l’analisi delle sue ricerche.
Adolescenti e privacy
Oggi tutti sono consapevoli del principio di protezione dei propri dati personali e del diritto di difendere la propria privacy. Ognuno ha il potere di decidere chi può accedere alle proprie immagini e informazioni, costruendo la privacy in base alle proprie esigenze. Fotografare e condividere alcune immagini è un esempio di come si possa preservare l’immagine propria e delle altre persone presenti nelle foto pubblicate. È possibile mostrare anche solo oggetti, in questo modo non si compromette la privacy di nessuno, ma si permette lo stesso di socializzare e comunicare attimi di intimità.
Il concetto di privacy varia nelle diverse parti del mondo; in Europa e Nord America, c’è una preoccupazione significativa poiché molti ritengono, come visto nel docufilm The social dilemma – che la privacy sia minacciata dall’esposizione online. In altri paesi, specie nelle zone meno sviluppate, la privacy è considerata una novità.
Quando si tratta di minori, è fondamentale prestare massima attenzione per quanto riguarda la privacy, poiché sono sempre più esposti e attivi sui social e all’interno del web. Le dimensioni della rete sono difficili da concepire, mancano i confini e la rapidità con cui i contenuti condivisi online possono diffondersi e proliferare nel web è sorprendente.
Se un tempo la privacy degli adolescenti era perlopiù la porta della stanza chiusa, oggi i devices spalancano numerosi mondi e realtà nuove che hanno spinto i genitori a controllare maggiormente i propri figli.
Quando i giovani cercano la privacy lo fanno prevalentemente per sfuggire alla sorveglianza di genitori, insegnanti e altre figure autorevoli a loro vicini. Rivendicano il diritto di non essere disturbati da chi è percepito come qualcuno che si intromette nella loro vita. Creano legami tra coetanei e preferiscono evitare interferenze degli adulti.
L’interesse per la comunicazione è in costante crescita, e contemporaneamente i giovani dimostrano una notevole familiarità con la tecnologia, al punto da riuscire a eludere le restrizioni degli adulti in modo creativo. Essi promuovono comportamenti mirati a garantirsi la propria privacy; se non vi riescono, cercano di criptare il linguaggio in modo da renderlo incomprensibile agli adulti.
Internet e i rischi
Le tecnologie digitali, soprattutto nell’adolescenza, stanno assumendo un ruolo sempre più importante. Sono diventate una parte essenziale della vita dei ragazzi e delle ragazze, offrendo strumenti di comunicazione, relazione, informazione, studio, creatività e partecipazione. I giovani accedono a Internet principalmente tramite smartphone, considerato uno strumento immediato e portatile.
È fondamentale comprendere quali possono essere le regole da seguire per adottare un comportamento responsabile e adeguato nell’uso delle tecnologie. È importante avere un approccio che tuteli i diritti degli adolescenti nel mondo digitale, come il diritto a trovare la propria identità online, a creare legami con gli altri e a partecipare attivamente all’opinione pubblica attraverso la libertà di espressione e di commento.
Educare gli adolescenti è importante affinché comprendano che il loro comportamento può avere un impatto sul mondo che li circonda. Promuovere un’educazione emotiva digitale significa insegnare ai giovani a trattare gli individui online con rispetto.
Questi diritti riguardano la consapevolezza necessaria per un utilizzo positivo, utile e attivo delle piattaforme digitali. Attualmente, la partecipazione degli adolescenti all’ambiente digitale è così significativa che la formazione della personalità avviene tramite relazioni sociali che si sviluppano sia online che offline, con l’area emotiva che si adatta a questo contesto.
Conclusione
Porre una soglia più alta per l’uso dei social media, come i 16 anni suggeriti nel Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, significa riferirsi ad una condizione non reale.
Avere una soglia di 13 anni significherebbe responsabilizzare tutti della presenza di tredicenni online. Pertanto, bisognerebbe farsi carico di un ambiente digitale “adatto” alla presenza di giovani di questa età.
Potremmo provare a fornire agli alunni un questionario anonimo, per capire meglio il mondo degli adolescenti e il loro approccio al mondo dei social media.