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La Speranza. In attesa del risveglio

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Dopo aver parlato della Chiesa come comunità, passiamo a parlare – per più lezioni – delle catacombe e quindi dell’arte paleocristiana, ma vogliamo anche provare a rispondere (secondo la Chiesa cattolica) alla domanda che affascina tutti i ragazzi (non solo): “Cosa c’è dopo la morte?”.

Prima, però, partiamo dal tema sulla speranza.

Viviamo in un tempo in cui si tende a fuggire dalle responsabilità. Un tempo che spesso si mostra dominato dalla grettezza, ripiegato su sé stesso, avaro di cura e attenzioni verso l’altro, in cui ci si preoccupa, per lo più, del proprio piccolo orto e avendo perso la capacità – o forse il desiderio – di alzare lo sguardo e osservare ciò che ci circonda, al di là dell’orizzonte limitato del nostro interesse personale. Un tempo, dunque, sempre più vuoto di speranza e di coraggio, dove l’indifferenza sembra essere divenuta la regola. Anche laddove c’è attenzione crescente, per esempio, sul tema ambientale o sulle ingiustizie e iniquità del mondo causate dai limiti palesi del nostro modello di sviluppo, spesso si rimane su un piano di critica superficiale che non genera un reale cambiamento.

La speranza oggi

Oggi sembra che sognare significhi non aver paura di sperare nell’affermazione di valori che tendano a ridare fondamento all’esistenza umana, donandole una prospettiva di ampio respiro e non solo risposte temporanee capaci di rispondere solo alle diverse emergenze del momento. È importante tornare a condividere i propri sogni, a metterli generosamente a disposizione degli altri, in modo che diventino un patrimonio comune.

La situazione generale esposta fin qui certamente non sostiene i giovani ad avere una prospettiva futura e a intravedere sé stessi, a definire le proprie aspirazioni e il proprio ruolo nel mondo. Spesso tutto appare sfocato ed è sempre più difficile mettere a fuoco quello che siamo e quello che vorremmo essere.

È più facile vivere alla giornata, senza riflettere troppo sulle nostre scelte, perciò spesso si sceglie la strada più facile o che promette una più facilmente raggiungibile felicità.

La frammentarietà della realtà che ci circonda porta ad abbracciare la filosofia del “qui e ora”, del “tutto e subito” che assurgono a valori supremi dell’esistenza, portando, prima o poi, alla rassegnazione, all’accontentarsi del presente, al restare schiacciati sul presente, smettendo di sognare e sperare.

Il futuro, allora, è solo qualcosa di distante e inesorabile da aspettare, non un progetto concreto da costruire con impegno e soprattutto con gioia.

La tappa della Storia della Chiesa

La speranza dei primi cristiani è consegnata a pochi segni semplici ed essenziali che sono il simbolo di una fede salda.

I cristiani, fin dal II secolo, costruirono dei cimiteri, luogo del sonno, dove seppellivano i defunti in gallerie sotterranee, dove avrebbero riposato in pace in attesa della risurrezione.

Proprio per questo le catacombe sono i luoghi che accolsero la speranza dei primi cristiani nel compimento della promessa di Cristo: la certezza della risurrezione del corpo come quella avvenuta a Gesù.

Le catacombe erano scavate in vecchie cave abbandonate di tufo o di altro materiale, con nicchie orizzontali (loculi) alle pareti dove venivano deposti i corpi dei defunti. Una lastra di marmo contrassegnata da simboli di fede o un muro, con il nome della persona sepolta, chiudeva il loculo. Non sono il luogo in cui i cristiani venivano a rifugiarsi dalle persecuzioni.

Coco

Attraverso il film d’animazione della Pixar, Coco, ambientato in Messico durante il dìa de los muertos, proveremo a spiegare ciò che per la Chiesa cattolica succede dopo la morte.

Un tema che affascina i ragazzi.

Per richieste eventuali scrivere esclusivamente una mail (non saranno prese in considerazione richieste poste nei commenti al blog o ai diversi gruppi di Facebook), precisando il post in questione, all’indirizzo: redazione@didablog.nuovosair.it

Partiamo dalla domanda: “Cosa succede dopo la morte?”

La morte pone fine all’esistenza terrena e, secondo il Catechismo della Chiesa cattolica, mentre il corpo va incontro alla corruzione, l’anima, immortale, va incontro al giudizio divino, più precisamente al “giudizio particolare”, una sorta di retribuzione immediata per la fede e le opere.

L’effetto sarà l’ingresso, diretto o dopo un periodo di purificazione, in paradiso, luogo della beatitudine eterna, oppure, in inferno, luogo della dannazione.

Al paradiso, dopo il giudizio particolare, si accede attraverso il Purgatorio, luogo di purificazione per l’anima che dovrà stare al cospetto di Dio. Il tempo di permanenza in purgatorio può essere accelerato sulla terra mediante preghiere, messe di suffragio, opere di carità e acquisto delle indulgenze.  

Successivamente ci sarà il “giudizio finale”, che avverrà alla fine del mondo, quando avverrà il ritorno di Gesù che, giudice dei vivi e dei morti, emetterà sui giusti e gli ingiusti la sentenza di risurrezione di vita o di condanna.

A quel punto, il corpo risuscitato si unirà all’anima che aveva avuto la retribuzione nel giudizio particolare, per un’eternità di vita o di condanna.

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