Dalla questione sociale a Papa Francesco

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Dopo il Concilio di Trento passiamo a parlare di un periodo storico molto ampio, quello che va dalla questione sociale all’attuale pontefice, Francesco.

Tratteremo questo argomento molto complesso affidandoci ad un filmato che abbiamo realizzato. Ci siamo affidati al testo di S. Belingardi – S. Lodovichetti – E. Marchetti, Sulle tue tracce, DeA Scuola, 2019.

Riepilogo

L’età moderna e la questione sociale

Dopo la Riforma protestante, quella cattolica e il periodo di splendore e di espansione missionaria, dalla metà del XVIII secolo la Chiesa deve affrontare nuove sfide culturali e storiche che partono dall’Illuminismo e dalla Rivoluzione francese (1789-95). Quest’ultima, per affermare i principi di libertà, uguaglianza e fraternità abbatte la monarchia e combatte la Chiesa attraverso la scristianizzazione: gli Ordini religiosi sono aboliti, i beni della Chiesa confiscati e i conventi chiusi

Con l’avvento del pensiero illuminista, il potere temporale della Chiesa si riduce fino a sparire. Durante il Concilio Vaticano I, nel 1870 un’armata italiana entra vittoriosa a Roma: Pio IX (1792-1878) si dichiara prigioniero e si chiude nel piccolo Stato della Città del Vaticano. Il cattolicesimo, da quasi tutti gli italiani allora professato, era stato e rimaneva un elemento basilare dell’identità italiana, perciò i cattolici italiani non erano contrari all’unità d’Italia, ma ciò che appariva inaccettabile erano il contesto e le modalità del processo di unificazione dell’Italia, percepito come una rivoluzione che imponeva una netta separazione tra Stato e Chiesa, tra potere temporale e spirituale, riduceva gli spazi della Chiesa nella società e imponeva l’espropriazione da parte dello Stato italiano di beni dello Stato pontificio.

Quest’ultima questione sarà risolta nel 1929 con la firma dei cosiddetti Patti Lateranensi.

Le nuove sfide

Nel corso dell’Ottocento si diffondono idee che presentano una visione dell’uomo, della Storia e della società senza riferimenti a Dio e basate sull’ateismo.  In particolare il marxismo definisce la religione “oppio dei popoli”, cioè uno strumento con cui i padroni controllano i poveri, che anziché lottare per i propri diritti si limitano a sperare in un riscatto nella vita dopo la morte.

Nel 1914, poco dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale, diventa papa Benedetto XV. Il nuovo pontefice condanna la guerra, che definisce “un inutile spargimento di sangue”, ma parte del mondo politico cattolico si dimostra favorevole al conflitto e il suo appello rimane inascoltato. Durante e dopo il conflitto, l’attenzione di Benedetto XV è rivolta ai più deboli e ai bisognosi.  Nel 1915 condanna il genocidio (= sterminio di massa) armeno da parte dei turchi-ottomani. Con la fine della guerra, poi, il papa auspica la ricostruzione di una civiltà fondata su pace, amore e cooperazione e viene dato nuovamente impulso all’attività dei MISSIONARI, per una nuova evangelizzazione delle genti.

Il Concordato sancisce la validità civile del matrimonio religioso e l’introduzione dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado. Inoltre, i preti e i chierici vengono esonerati dal servizio militare. Nel 1948 i Patti vengono inseriti nella Costituzione Italiana (art.  7).  Risale al 1984 l’ultima revisione del Concordato.

Con molta fatica la Chiesa porta avanti la sua opera EVANGELIZZATRICE in Italia e in un’Europa sconvolta dalle DITTATURE. 

La seconda metà del ‘900

A partire dagli anni Cinquanta iniziò a svilupparsi negli ambienti politico-culturali una critica al pontefice in netta controtendenza rispetto ai numerosi attestati di stima ricevuti precedentemente dagli ambienti ebraici. Sulla scorta di tali critiche anche alcuni esponenti autorevoli della comunità ebraica hanno successivamente criticato papa Pacelli per non aver denunciato pubblicamente il nazismo e le persecuzioni antiebraiche, sebbene, durante il conflitto, la Chiesa protesse le vittime delle persecuzioni razziali, in particolare ebrei, salvandoli dalla deportazione e facilitando la fuga dei rifugiati.

Dopo pochi mesi dall’elezione, papa Giovanni convoca il CONCILIO VATICANO II: l’intento della Chiesa è quello di aggiornarsi, di affrontare le sfide contemporanee con uno spirito nuovo per instaurare un dialogo attivo con il mondo. Molte sono le questioni aperte: la liturgia, il ruolo dei laici nella Chiesa, il dialogo ecumenico con gli ortodossi e con le comunità riformate, con particolare attenzione ai valori che uniscono i cristiani e tutti gli uomini. La questione ecumenica sta molto a cuore al pontefice, che invita a Roma, come osservatori, i rappresentanti delle Chiese d’Oriente, i luterani e i calvinisti. Poco prima dell’apertura del Concilio, si reca in pellegrinaggio ad Assisi e a Loreto, dove prega per la pace e per il dialogo fra le religioni: è la prima volta che un papa esce da Roma, segno che i tempi stanno cambiando.  I successori di Giovanni XXIII percorreranno le strade del mondo intero.

Subito dopo l’elezione, papa Giovanni visita le parrocchie di Roma, i bambini malati dell’Ospedale Bambin Gesù e i carcerati di Regina Coeli.

Dal Concilio ad oggi

Dal dopoguerra a oggi molti sono gli esempi di donne e uomini che hanno cercato di testimoniare coerentemente il VANGELO. Secondo il Concilio Vaticano II, i cristiani sono chiamati a riscoprire i valori del Vangelo e a essere testimoni reali e presenti di GESÙ. Testimone di una Chiesa riflessiva, silenziosa, mite e spirituale è il teologo tedesco Joseph Ratzinger (1927), eletto papa con il nome di BENEDETTO XVI alla morte di Giovanni Paolo II. Il suo pontificato è contrassegnato dalla centralità di Cristo e dalla lotta al relativismo culturale e religioso.  In seguito alla sua clamorosa RINUNCIA, il 13 marzo del 2013, diventa pontefice l’arcivescovo argentino Jorge Mario Bergoglio (1936), gesuita di origini piemontesi, che prende il nome di FRANCESCO. Da quella data, Benedetto XVI è papa emerito.

Attività

Al termine del filmato (o del riepilogo), i ragazzi potranno giocare al Kahoot! che abbiamo preparato sull’argomento trattato.

L’immagine in evidenza: “Rosso” di Antonella Catini. Si ringrazia l’artista per la gentile concessione dell’utilizzo dell’opera.

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