La Giornata della Memoria, per non dimenticare
Dedichiamo la lezione di questa settimana alla Giornata della Memoria, per non dimenticare. Presenteremo ai ragazzi la persecuzione degli ebrei e degli altri gruppi destinati alla loro eliminazione, faremo vedere una breve testimonianza di Sami Modiano e infine verificheremo la loro comprensione attraverso il Kahoot!
È possibile rivedere le proposte dello scorso anno: la testimonianza di Liliana Segre, la
storia di Gino Bartali e lo Speciale Tg1 “Kinderblock”.
L’istituzione
Ogni anno il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria, istituita per ricordare le vittime dell’Olocausto, lo sterminio messo in atto tra il 1933 e la metà degli anni Quaranta dalla Germania nazista e dai suoi alleati verso tutte le categorie ritenute “indesiderabili”.
La data della Giornata della Memoria viene designata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2005, si scelse quella data perché il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa arrivarono ad Auschwitz, scoprirono il campo di concentramento e liberarono i superstiti dall’orrore del genocidio nazifascista.
La giornata per le vittime dell’Olocausto era stata già istituita in Italia nel 2000, cinque anni prima della risoluzione delle Nazioni Unite.
Obiettivo della ricorrenza è ricordare e commemorare le vittime dell’Olocausto, promuovere la tolleranza e la comprensione affinché si possa mettere in guardia sulla pericolosità degli stereotipi e delle discriminazioni, perché come affermava Primo Levi, che aveva vissuto l’orrore del campo di sterminio: “Se è accaduto, di nuovo può accadere”.
La Shoah
I primi a essere perseguitati, deportati nei campi di concentramento e uccisi, furono gli ebrei: ne morirono tra i cinque e i sei milioni.
Il termine Olocausto deriva dal greco ὁλόκαυστος (holòkaustos, “bruciato interamente”) e in origine indicava una forma di sacrificio prevista dal giudaismo. A partire dalla seconda metà del XX secolo, Olocausto viene usato per definire il genocidio dei cosiddetti “indesiderabili”.
La Shoah è il caso di genocidio storicamente più documentato. Nonostante ciò, calcolare il numero esatto di persone che morirono come conseguenza delle politiche naziste è un’impresa impossibile. Non esiste un documento che riporti con esattezza il numero delle vittime, tutti gli Ebrei d’Europa divennero il bersaglio del regime nazista con il chiaro intento di eliminarli definitivamente perché, per i Nazisti, gli Ebrei di qualsiasi estrazione sociale, rappresentavano una “minaccia mortale” in quanto danneggiavano la forza e la purezza della “razza” tedesca.
I Nazisti consideravano gli Ebrei una “razza” a sé, attribuivano un’ampia varietà di stereotipi negativi agli Ebrei e sottolineavano come i comportamenti “ebrei” fossero insiti in un patrimonio biologico ereditario e immutabile che portava la “razza ebraica”, così come le altre razze, a lottare per la sopravvivenza attraverso l’espansione a spese delle altre popolazioni.
I gruppi etnici perseguitati
Pur considerando gli Ebrei i loro principali “nemici”, le teorie ideologiche della razza elaborate dal Nazismo presero di mira anche altri gruppi, destinandoli alla persecuzione, alla prigionia e alla distruzione totale; questi erano:
- Rom e Sinti , definiti “zingari” e considerati dai Nazisti come “asociali” (cioè al di fuori della società considerata “normale”) di razza “inferiore”, e additati come una “piaga”. 250.000 di loro furono uccisi dalla Germania nazista e dai suoi collaboratori durante la guerra.
- Anche i neri furono perseguitati sotto il nazismo; nel 1933 si contavano in Germania circa 3.000 neri arrivati come studenti o lavoratori o nati da soldati neri francesi e da donne tedesche durante l’occupazione della Renania. Hitler nutriva verso tutti i neri un profondo disprezzo, come emerge nella sua opera Mein Kampf, scritta tra il 1924 e il 1925. Spiegando perché un nero non può occupare un posto importante in Germania, scrive: “È inconcepibile, è un errore credere che un negro possa trasformarsi in tedesco, neppure se impara la lingua tedesca, neppure se si sforza di partecipare alla nostra vita politica”. I neri furono arrestati e deportati per lo più a causa della loro partecipazione a movimenti di resistenza. Abbassati al rango di bestie, perché erano neri, uomini e donne furono sottoposti a ogni sorta di umiliazione.
- I polacchi e anche i soldati sovietici catturati erano visti come slavi “subumani”. I Nazisti ritenevano che fossero parte della “minaccia giudeo-bolscevica”. Molti furono i morti tra di loro. L’ideologia nazista uccise migliaia di uomini e donne delle élite polacca: ricchi proprietari terrieri, membri del clero, funzionari governativi, insegnanti, medici, dentisti, ufficiali militari e giornalisti. I polacchi meno istruiti e ricchi furono trasportati in Germania per il lavoro manuale.
Gli altri gruppi
- Gli oppositori politici furono i primi prigionieri dei campi di concentramento nazisti. C’erano attivisti antinazisti, dissidenti e membri di gruppi di resistenza europei. Successivamente vennero inclusi anche i soli sospettati di sentimenti antinazisti o che avevano criticato, deriso privatamente il regime nazista. Un numero indeterminato perse la vita.
- I Testimoni di Geova , un’organizzazione religiosa che si rifiutava di giurare fedeltà a qualsiasi governo e di partecipare ai combattimenti a fianco di qualsiasi nazione. Ciò minacciava la fedeltà richiesta da Hitler allo stato. Circa 2000 Testimoni di Geova morirono nei campi di concentramento.
- I Pentecostali, un movimento cristiano caratterizzato, tra l’altro, dalla capacità di parlare altre lingue umane mai studiate e di raggiungere un entusiasmo che può portare alla perdita dell’autocontrollo durante le preghiere; per questo motivo furono considerati, dal regime nazista, dei malati di mente.
- Gli omosessuali erano considerati dai Nazisti come un pericolo per le politiche naziste volte ad aumentare la natalità tedesca. Tra il 1933 e il 1945, circa 100.000 uomini furono arrestati in Germania.
- Tra gli “asociali” vi erano anche i disoccupati e i senzatetto, i beneficiari dell’assistenza sociale, le prostitute, i mendicanti, gli alcolisti e i tossicodipendenti.
- I Nazisti intensificarono le politiche contro le persone disabili, 250.000 persone furono uccise. Queste persone erano considerate biologicamente “difettosi” e delle “inutili bocche da sfamare” fonte di spreco delle risorse nazionali.
I distintivi e i numeri
I prigionieri che arrivavano nei Campi di concentramento, erano obbligati a indossare dei triangoli colorati sugli abiti, che qualificavano visivamente il tipo di «offesa» per la quale erano stati internati. I più comunemente usati erano:
- Giallo: ebrei (due triangoli sovrapposti a formare una stella di David, talvolta con la parola Jude, “giudeo”, scritta sopra)
- Rosso: oppositori politici
- Verde: criminali comuni
- Viola: testimoni di Geova
- Blu: emigrati, ossia gli oppositori fuoriusciti
- Marrone: zingari
- Nero: i cosiddetti “asociali”, ossia lesbiche, prostitute, malati di mente, ecc.
- Rosa: uomini omosessuali, o ritenuti tali
Il numero esatto di persone uccise dal regime nazista è ancora soggetto a ulteriori ricerche.
Il ricordo dell’Olocausto è fondamentale per evitare che simili atrocità possano ripetersi in futuro. La memoria delle vittime ci ricorda l’importanza della lotta contro l’antisemitismo, il razzismo e ogni forma di discriminazione e di violenza. La Giornata della Memoria rappresenta, inoltre, un monito per le future generazioni a non dimenticare questa triste pagina della storia recente e a impegnarsi per la costruzione di una società più giusta e solidale.
La testimonianza di Sami Modiano
Tra gli instancabili testimoni della Shoah ricordiamo la Sen. a vita Liliana Segre, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz; Andra e Tatiana Bucci, le due sorelle italiane di origine ebraica sopravvissute all’Olocausto che si salvarono perché scambiate per gemelle, scamparono agli esperimenti di Mengele; Edith Bruck, ungherese naturalizzata italiana, sopravvissuta alla deportazione nei campi di concentramento di Auschwitz, Dachau e Bergen-Belsen.
Abbiamo deciso di concludere questa lezione con la testimonianza di Sami Modiano, attivista contro l’antisemitismo, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Al termine possiamo testare quanto compreso dai ragazzi attraverso il Kahoot!