La proposta cristiana di felicità

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Per affrontare questo argomento, potrebbero servire più lezioni.

Iniziamo chiedendo ai ragazzi, chi sono quelle persone a cui loro oggi direbbero: “beato te!”

Potremmo scrivere le risposte alla lavagna!

Diremo loro che anche Gesù ci ha dato la sua proposta di felicità, dicendoci chi è beato per lui.

Mostreremo il brano delle beatitudini tratte dal film Gesù di Nazareth di Zeffirelli

Inseriamo il brano del Vangelo di Matteo, per averlo a disposizione

Matteo 5,3-12

3 «Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4 Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
5 Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7 Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8 Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9 Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10 Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12 Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.

Gesù definisce beate categorie di persone che sembrerebbero non esserlo affatto. Beati i poveri, i miseri e dunque noi dovremmo essere tutto questo per essere beati?! No, grazie! Gesù voleva scherzare?! Eppure Gesù sapeva esattamente cosa stava dicendo e gli evangelisti cosa stavano scrivendo.

Per la mentalità corrente i beati sono coloro i quali appartengono alle categorie di persone che abbiamo scritto alla lavagna.

Beati sono i ricchi, i gaudenti, i prepotenti, i furbi, chi la fa sempre franca, chi emerge, chi è fico. E allora non c’è un controsenso in tutto ciò? Ognuno di noi può facilmente constatare che i criteri che regolano la nostra vita ci rendono gli uni nemici degli altri, la vita diventa una lotta spietata dove prevale il disonesto e le relazioni diventano relazioni di morte. 

Le beatitudini non sono per i santi e i pii, ma sono ciò che il buon senso suggerisce per una vita davvero umana, altrimenti non si vive o si vive male dove regnano solo violenza e morte, dominio e oppressione.

Il perdono, la misericordia, la mitezza, l’umiltà di cui ci parla Gesù sono tutte cose che non fanno notizia, ma che, nonostante tutto, ci sono e rendono la vita più bella.

Allora chi è il BEATO?

Nella Bibbia è colui che è felice, ma la sua felicità deriva dal suo orientare a Dio la vita, quindi dalla disposizione con cui l’uomo accoglie Dio e testimonia il suo amore.

Umanamente parlando, non si tratta di un accontentarsi di ciò che si ha, non si tratta di approvare la miseria umana, addolcendola con la promessa della ricompensa futura.

Si può essere umanamente felici in tanti modi, credendo ad altre proposte di fede o non credendo a nulla, ma nella proposta cristiana per realizzare la propria umanità ed essere beati, è necessaria la relazione con Dio.

In Luca Gesù parla ad una folla affamata di pane, ma anche di giustizia, gente che si sentiva disprezzata o che disprezzava se stessa, gente che aveva tanti motivi per piangere, gente probabilmente pronta ad una ricerca di senso sulla sua esistenza.

Questa condizione esistenziale che porta a maledire e rifiutare alcuni fatti della vita, può aprire a significati ulteriori, perciò per Gesù anche queste categorie di persone possono dirsi beate.

Gesù dice “beati voi…” perché la beatitudine non si raggiunge da soli, ma condividendo con gli altri la propria esistenza, le proprie ferite, i propri limiti. Mai Gesù ha guarito qualcuno da solo, c’erano sempre testimoni perché la guarigione di uno è segno che tutti possono guarire, così la beatitudine di uno è segno che quella condizione di particolare felicità è destinata a tutti.

Con Gesù, Dio si fa vicino all’uomo e dona dignità a chi umanamente sembra non averne o a vite che sembrano non essere degne di essere vissute.

Il circo della farfalla

Mostriamo il cortometraggio

Conversazione guidata sul video.

Conclusioni: importanza di far parte di un gruppo positivo capace di far emergere il valore e la dignità della persona per recuperare la bellezza della propria esistenza, la felicità e la pienezza.

Esempio di felicità

Mostriamo il video Simona Atzori, ballerina, pittrice nata senza braccia, ma che non riconosce per sé alcun limite!

Conclusione: in questo caso la protagonista ha accolto la proposta cristiana e in questo ha trovato la sua realizzazione di donna, di essere umano. Da qui il suo essere felice, il suo essere beata!

I due video ci pongono una domanda: si può essere felici solo se si è ricchi, belli e potenti, come ci dice il mondo intorno a noi?

Si potrebbe dedicare del tempo a questa domanda e sentire il punto di vista dei ragazzi.

Come attività, si potrebbe proporre alla classe, divisa in gruppi, di scrivere una storia che sia ispirata a una delle beatitudini, ma che abbia come protagonisti gli stessi autori. La storia può essere inventata o reale. Sarebbe bello vederla recitata da loro stessi, ma in tempo di pandemia…

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