| 

Sul senso religioso nella preistoria

Spread the love

Un’altra proposta didattica, il Contributo dei Lettori ci parla del senso religioso svolto in una terza primaria.

senso religioso

Gli alunni delle classi terze della Scuola Primaria di Arcene quest’anno, durante le ore di religione e materia alternativa, hanno trattato insieme il tema delle grandi domande dell’uomo, svolgendo un’unità d’apprendimento interdisciplinare tra religione, storia, arte, alternativa, scienze e italiano.

Le domande della vita

Durante un ciclo di lezioni, partendo dalla sperimentazione della meraviglia e dello stupore, osservando gli spettacoli che la natura ci offre (tramonti, paesaggi innevati, fondali marini…), gli alunni sono arrivati a conoscere che l’uomo da sempre si è interrogato sulle grandi domande della vita.

Hanno scoperto che anche negli uomini primitivi era nato un sentimento religioso, il senso religioso; nella preistoria non siamo di fronte ancora a una delle vere religioni, ma alle prime manifestazioni religiose.

Queste pratiche religiose sono nate dalle emozioni che l’ambiente suscitava loro: la paura per un’eruzione vulcanica, per un terremoto; la gioia di una nascita, la tristezza per la morte di qualche caro, la meraviglia per un tramonto, per la neve … Da queste emozioni, che suscitavano dentro di loro grandi domande, hanno cercato le risposte, trovandole nelle divinità e nei primi miti. Insieme ai bambini abbiamo poi provato a metterci nei panni degli uomini della preistoria ed a ripensare alle loro emozioni confrontandole con le nostre.

Storia, emozioni e pensiero

I bambini hanno intuito che le emozioni che provavano gli uomini della preistoria sono poco diverse da quelle che proviamo noi oggi, ma che oggi, grazie alle scienze, abbiamo la spiegazione di molti fenomeni. Le grandi domande di senso invece sulla vita, sulla morte, su Dio, invece, rimangono ancora in noi.

Siamo andati alla ricerca di alcuni indizi che dimostrano che la ricerca di Dio nell’uomo comincia presto, e abbiamo scoperto che già nel Paleolitico abbiamo alcune rappresentazioni particolari.

Per esempio, in Val Camonica, davanti alle incisioni rupestri, dove i Camuni incidevano sulle rocce scene religiose, abbiamo scoperto uomini in preghiera davanti allo Spirito della Montagna e che i camuni erano adoratori del dio Sole.

Abbiamo scoperto le pitture rupestri nelle grotte di Lascaux, dove sono rappresentate scene propiziatorie di caccia. Gli uomini della preistoria non conoscevano la scrittura, ma dipingevano scene di vita.

Con questi dipinti l’uomo non voleva semplicemente rappresentare l’animale raffigurato, ma coglierne il suo spirito e probabilmente improvvisava canti e danze davanti a queste immagini per ottenere una buona caccia.

Non potevano mancare le statuette delle veneri, che rappresentavano la Madre Terra e la dea della fecondità.

L’immagine dello “stregone” della grotta di Trois-Freres, una sorta di sciamano ci dicono che non tutti gli uomini avevano il potere di entrare in relazione con le divinità e che questo compito era delegato a personaggi particolari, a maestri saggi chiamati sciamani.

Allo sciamano erano attribuiti poteri magici, come la conoscenza del linguaggio degli animali e del mondo degli spiriti.

Ausilio dei media e abilità manipolative

I bambini, dopo aver visto alcuni filmati, che mostravano i siti archeologici dove troviamo queste testimonianze, sono stati invitati a progettare un plastico che rappresentasse “La religiosità degli uomini primitivi”.

Divisi in piccoli gruppi hanno preparato un cartellone, che rappresenta il ciclo delle stagioni, un’eruzione vulcanica, la neve, la pioggia, i fiori che sbocciano, eventi che, come provocano meraviglia a noi, avranno suscitato stupore anche nei primi uomini.

Uomini in preghiera

Con la plastilina gli alunni hanno modellato le veneri e alcuni uomini in atteggiamento di preghiera.

Tra gli atteggiamenti della preghiera hanno modellato l’orante con le braccia alzate in cielo e il fedele che prega in ginocchio con le mani giunte, in atteggiamento di richiesta d’aiuto.

I bambini hanno quindi creato una scena di danza sacra e alcune sepolture con il defunto in posizione fetale, nonché sciamani che sull’altare immolavano un animale in sacrificio.

Un altro gruppo ha preparato dei totem con dei semplici rotoli di Scottex. Altri ancora, servendosi di sacchetti di carta per il pane, hanno disegnato scene di caccia e realizzato delle grotte; altri ancora hanno riprodotto le incisioni rupestri su sassi grazie alla tecnica del graffito …

Quando tutto il materiale era pronto, l’abbiamo assemblato in un plastico con muschio, sassi e legnetti. Con alcuni sassi abbiamo anche cercato di rappresentare i dolmen e i menhir e cerchi di pietre come Stonehenge.

Infine, divisi in coppie, gli alunni hanno digitato in aula informatica delle semplici spiegazioni delle scene rappresentate.

Il learning by doing

Il learning by doing, o metodologia didattica dell’imparare le cose facendole, è applicabile con ottimi risultati in tutti i campi, infatti, gli studenti hanno aumentato la loro attenzione, perché erano coinvolti attraverso un’esperienza coinvolgente e dinamica; hanno calato le nozioni in una situazione reale, applicando quanto imparato nelle lezioni frontali e hanno messo alla prova fin da subito le competenze oggetto della formazione.

I bambini sono molto orgogliosi del loro elaborato, si sono divertiti e hanno acquisito molte conoscenze in modo semplice.

Non vedono l’ora di lavorare ancora così!

Articoli simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *